Eccomi, la penna e l’inchiostro lasciano spazio alla tastiera e al font di questa pagina internet. Arriva un momento che non puoi prevenire, appare. Devi solo decidere se ignorarlo o farti trasportare, e io, ho optato per la seconda possibilità. Regalare le mie idee, le mie fantasie, a quest’etere fatto di bit e vedere che succede. Senza pretese, senza inutili aspettative.
Se stai leggendo queste poche righe, vuol dire che sino a te sono arrivato. Mi auguro perciò di farti cosa gradita e compagnia al contempo, donandoti poche parole, semplici pensieri, che raccolti in questo racconto di fantasia, spero ti facciamo per alcuni istanti viaggiare in posti a te cari o forse mai conosciuti. Saranno biglietti di viaggio settimanali, li regalo a te, e fintanto che vorrai vagabondare con me, benvenuto e grazie per avermi scelto.
I Shoshoni, Supurcologrogolostechesparaldasa e le loro terre
Le immagini parlano più di mille parole. Prima di lanciarti in questa avventura, immergiti in questo mondo dimenticato insieme a supurcolofrogolostechesparaladasa e gli altri personaggi di questa magica avventura.
Questo primo biglietto ti porterà alla scoperta di Supurcolofrogolostechesparaladasa e il suo magico mondo. Dai, che aspetti, allaccia le cinture, si parte!
Chuchip, la terra di Supurcolofrogolostechesparaladasa
Siamo nell'anno che vuoi Uomini Bianchi chiamate 1675 dopo Cristo. Io sono Kotori, lo Sciamano del glorioso popolo pellerossa Shoshoni. E questa terra è la nostra Terra. Si chiama Chuchip che vuol dire Spirito del cervo.
Il nostro villaggio era diverso da tutti gli altri villaggi dei pellirosse. La nostra tribù era la più antica di questi posti e quella con più grandi tradizioni alle spalle. In tutto ci differenziavamo dagli altri pellirosse. E anche ciò che sto per raccontarvi, ci distinse dalle altre tribù.
Al centro dell'isola era collocato il nostro villaggio composto da sedici tende poste in cerchio. Al centro c'era la tenda del Capo-tribù: una donna chiamata Supurcolofrogolostechesparaladasa.
Quel giorno era un giorno tranquillo, un giorno come tanti. Il sole cadeva a picco sulle teste rosse del mio popolo e illuminava la terra ambrata li attorno facendola brillare. C'era il solito Vendo dal Nord che si infilava tra i capelli neri delle donne Shoshoni che stavano svolgendo il loro lavoro e aspettando gli uomini di ritorno dalla caccia.
Ogni donna pellerossa era di fronte alla sua tenda: c'era chi preparava il cibo per i propri figli e chi invece colorava le pelli di bisonte che sarebbero diventate i nuovi vestiti dei guerrieri.
Anche Supurcolofrogolostechesparaladasa stava aspettando suo marito Cheveyo perchè doveva dargli un annuncio importante. Vicino a lei c'erano i suoi due figli gemelli: Honiahaka, Piccolo Lupo, e Ahtahkakoop, Stella Coperta. Erano nati undici Stagioni del Sole fa, quelli che voi chiamate anni, ed erano i due più bei Shoshoni dai tempi della Capo-tribù Antinanco, madre di Supurcolofrogolostechesparaladasa.
L'acchiappasogni di Kotori
«Mamma, quando nascerà nostro fratello?» esclamò Honiahaka, lasciando sorpresa Supurcolofrogolostechesparaladasa.
«Molto presto Honiahaka».
«E si farà una grande festa?» intervenne Ahtahkakoop.
«Certo. Faremo una grande festa come quando siete nati voi due». Supurcolofrogolostechesparaladasa le accarezzò la guancia con grande dolcezza, tanto che Honiahaka corse verso di lei per chiedere anche lui una carezza. La ricevette con un grande sorriso.
«È stata una grande festa?» continuò Honiahaka, finalmente soddisfatto dell'affetto ricevuto.
«Certo, anche perché è durata un tutto un giorno».
«Un giorno intero?»
«Si, Ahtahkakoop, dall'alba al tramonto. La festa inizia quando la mamma capisce che sta arrivando il momento della nascita...»
«...e termina quando sono nati i bambini» concluse Honiahaka.
«Certo. Ahtahkakoop è nata di mattina presto» disse Supurcolofrogolostechesparaladasa.
«Stella Coperta» aggiunse ridendo Ahtahkakoop, indicandosi sul petto e facendo chiaro riferimento al significato del suo nome. «E tu Honiahaka alla sera». «Piccolo Lupo» tuonò Honiahaka. Anche lui fece gli stessi movimenti di Ahtahkakoop.
Se qualcuno non lo avesse saputo avrebbe potuto capire in ogni momento che erano gemelli. Uguale sorriso, uguale espressione degli occhi, uguale fierezza ma diverso colore della pelle: Honiahaka, Piccolo Lupo, tendeva al rossastro, come tutta la nostra tribù mentre Ahtahkakoop era più chiara come se la Luna l'avesse illuminata prima della sua nascita.
Supurcolofrogolostechesparaladasa, sentendo le parole dei propri figli, fu molto fiera di loro: avevano nel sangue la tradizione Shoshoni e sapevano perfettamente capire il significato profondo dei loro nomi. Ma anche delle cose che li circondavano.
«È bellissimo, mamma, così potremo vedere con nostro fratello quello che non ci ricordiamo della nostra storia. Eravamo troppo piccoli» disse Ahtahkakoop.
«È vero. Stasera dirò a vostro padre che devono iniziare i preparativi per la Danza della Nascita. Poi non sappiamo se sarà un fratello o una sorella oppure altri due». A quelle parole e a quel pensiero gli occhi di Supurcolofrogolostechesparaladasa sembrarono riempirsi di gioia, tanto che il riflesso del Sole gliele rese splendenti. Sembrava di vedere un prato verde, ricoperto di quella brina delle fredde giornate della Stagione del raccolto del granturco, illuminato dal Sole.
«Mamma, possiamo aiutarti a preparare questa festa?»
«Certo, Honiahaka. Anzi avrete un ruolo fondamentale».
«Quale?» interruppe sorpresa Ahtahkakoop che già si vedeva protagonista di questa festa.
«Ve lo spiegherò in questo tempo che ci separa dalla nascita di vostro fratello».
«Ci hai già insegnato tante cose del nostro popolo ma questa ci mancava» gioì Honiahaka.
«È vero ma devo ancora insegnarvene tante, perché è importante conoscere la propria storia e le proprie tradizioni».
«Ci racconti ancora dell'Acchiappasogni?»
«Certo Ahtahkakoop».
Supurcolofrogolostechesparaladasa iniziò il racconto più bello della tradizione Shoshoni: la nascita dell'Acchiappasogni.
«In un villaggio viveva una bambina di nome Hania. Un giorno la piccola disse alla madre , Cervo dalla Coda Bianca: "Quando scende la notte, spesso arriva un uccello nero, becca pezzi del mio corpo e mi mangia finché non arrivi tu a cacciarlo via. Ma non capisco cosa significhi tutto questo". Cervo dalla Coda Bianca rassicurò la piccola dicendole: "Le cose che vedi di notte si chiamano sogni e l'uccello nero che arriva è soltanto un'ombra che viene a salvarti". Hania rispose: "Ma io ho tanta paura, vorrei vedere solo ombre bianche che sono buone". Allora la madre, che in cuor suo sapeva che sarebbe stato ingiusto tralasciare le paure della sua bimba, inventò una rete tonda per pescare i sogni nel Lago della Notte, poi diede all'oggetto un potere magico: riconoscere i sogni buoni, utili alla crescita spirituale della sua bambina, da quelli cattivi, cioè insignificanti e ingannevoli. Cervo dalla Coda Bianca costruì tanti Acchiappasogni e li appese sulle culle di tutti i piccoli del villaggio. Man mano che i bambini crescevano abbellivano il loro Acchiappasogni con oggetti a loro cari e il potere magico si sviluppava insieme a loro».
«È proprio bella questa storia disse Ahtahkakoop».
«Anche tu, mamma, hai preparato il nostro Acchiappasogni?» continuò Honiahaka.
«Certo, con le mie mani».
«Io ho già aggiunto delle piume d'aquila che ho trovato vicino al lago».
«Hai fatto bene» esultò Supurcolofrogolostechesparaladasa. «Ricorda che devi conservare il tuo Acchiappasogni per tutta la vita, come un oggetto sacro portatore di forza e saggezza».
«Lo farò mamma».
Il marito di Supurcolofrogolostechesparaladasa, Cheveyo
Ogni giorno gli uomini pellirosse Shoshoni vanno a caccia alla ricerca dei bisonti più grandi. Le grandi praterie presenti nell'isola di Chuchip sono sempre molto verdeggianti grazie alle grandi acque che la circondano e la solcano. Tra le piccole colline presenti ci sono delle straordinarie cascate create dall'acqua che scorre sempre molto veloce lungo i piccoli ruscelli creati dalla Natura. L'angolo di Chuchip più splendido è quello chiamato Trono Per le Nuvole. Lì, l'acqua è gelida in qualsiasi stagione dell'anno e l'incrocio dei venti caldi lo rende il rifugio preferito dai bisonti.
I Shoshoni vanno di rado a cacciare al Trono Per le Nuvole perché vogliono preservare questo luogo che è sacro per quegli animali. Stranamente, in quei giorni, ci fu una grande migrazione di tutti i bisonti verso quel nascondiglio.
Cheveyo, come ogni giorno, era a capo della spedizione di caccia. Alto e muscoloso, era il marito della Capo-tribù Supurcolofrogolostechesparaladasa. Il suo essere stato scelto come marito dalla bellissima Supurcolofrogolostechesparaladasa non era stato casuale. Anch'egli apparteneva alla famiglia candidata a scegliere il Capo-tribù, ma non fu eletto perché era un uomo. Supurcolofrogolostechesparaladasa, quando fu nominata scelse lui come marito perché tra di loro c'era sempre stata una grande unione. Si amavano di un amore ineguagliabile benedetto dal Grande Spirito.
«È strano che tutti i bisonti si stiano rifugiando vero l'Incrocio. Ma sicuramente avranno un motivo» disse Cheveyo ad Chua che era al suo fianco.
«Di solito, quando i bisonti scappano preannunciano cattivi eventi» rispose l'amico fedele.
«Ma questo non è il momento delle piogge o della grande arsura. È inspiegabile!» In quel momento, una brezza leggera scompose i lunghi capelli corvini di Cheveyo che girò il suo viso verso la provenienza del vento.
«L'Est: è da lì che arriverà qualcosa».
I pellirosse lasciarono quei luoghi galoppando verso il villaggio. Avevano catturato un solo bisonte ma sarebbe stato sufficiente lo stesso per il villaggio per una settimana intera.
«Ecco papà» esclamò Ahtahkakoop appena vide Cheveyo apparire all'orizzonte a capo dei Shoshoni di ritorno dalla caccia.
«Ciao Stella Coperta. Ciao Piccolo Lupo» disse Cheveyo abbracciando i figli e baciando dolcemente Supurcolofrogolostechesparaladasa sulla fronte.
«Com'è andata la giornata?» domandò.
«Molto bene. Il tempo non è molto afoso e riesco a fare tutti i lavori di casa».
«Ma non devi stancarti troppo. Lo sai che nostro figlio nascerà tra poco».
«Proprio di questo volevo parlarti. È arrivato il tempo di preparare la Danza della Nascita».
Non so spiegare il motivo ma Honiahaka e Ahtahkakoop capivano sempre quando era il momento di lasciare soli i propri genitori. In quel momento si alzarono da terra e si diressero verso gli altri bambini che stavano giocando fuori dal cerchio delle tende.
«Devo, però, prima raccontarti una cosa importantissima» disse Cheveyo. «Oggi, mentre stavamo cacciando, abbiamo visto all'orizzonte delle grandi canoe con degli uomini bianchi».
«Cosa pensi siano venuti a fare?» rispose Supurcolofrogolostechesparaladasa, preoccupata.
«Non lo so ma di sicuro non vengono in pace. Avevano un'aria minacciosa. E poi anche i bisonti si sono tutti rifugiati nell'Incrocio».
«Questo è veramente grave. Potremmo essere in pericolo?»
«Secondo me, sì. Sei il capo di questo popolo e devi prevedere una soluzione. Forse è bene che tu riunisca il Consiglio delle Madri per decidere come comportarci».
«Ma non possiamo scappare ancora».
«Lo so che le guerra con i Bidziil ci hanno già decimato ma dobbiamo essere pronti» disse preoccupato Cheveyo.
«Certo, quella guerra proprio non ci voleva. E poi siamo tutti pellirosse, quindi, non dovremmo combattere tra noi».
«Hai ragione» aggiunge Cheveyo, «ci sono ancora madri che piangono la perdita dei loro figli. Ma qui è diverso. Stanno arrivando gli Uomini Bianchi»
«Lo so. Loro sono più pericolosi dei Bidziil. Lo Sciamano mi ha già informato di quello che hanno fatto al Nord».
«Sterminato un popolo intero! Quindi dobbiamo prepararci a qualsiasi evenienza».
«Hai ragione» confermò Supurcolofrogolostechesparaladasa. «Avvisa tutte le donne della Tribù che domani, al sorgere del sole, sarà convocato il Consiglio delle Madri. E al tramonto decideremo con il Gran Consiglio Tribale il nostro piano».
«Vado subito» disse Cheveyo.
Nervoso e preoccupato si diresse velocemente ad avvisare tutte le donne Shoshoni.
Al prossimo capitolo di Supurcolofrogolostechesparaladasa
La decisione più saggia, non è mai la più semplice e ogni scelta porta con se un’inevitabile rinuncia. Quale sarà la storia di Supurcolofrogolostechesparaladasa? E la sua tribù, opterà per la scelta corretta? E se questa comportasse un sacrificio troppo grande da sopportare anche per Lei?
Gli uomini bianchi erano già sbarcati, e ora?
Fine capitolo 01